BRUNHILDE
Di FABIO VOLINO

 

Un cimitero di New York.

"Nostro Signore" intona un prete "Ti chiediamo di accogliere l' anima di Paul Johnson. Un ragazzo onesto, che nella sua vita ha commesso degli errori, che però ha sempre riconosciuto come tali. Proteggilo col tuo affetto, quell'affetto che forse non ha ricevuto in adeguata maniera quando era in vita".
A seguire la cerimonia poche persone. La madre, qualche amico ed ex componente della rock band in cui una volta il ragazzo suonava. Ed infine una donna: bionda, statuaria, bellissima, il volto inflessibile. La sua presenza qui ha un che di particolare: si è chiamato in causa un dio, un dio in cui lei non crede, non può credere. Perché lei stessa in fondo è una divinità: è Brunhilde, la Valchiria delle leggende nordiche e la sua patria è Asgard, dimora di Odino, Thor e di tutti gli altri asgardiani. La sua patria? Non ne è più così certa, vi manca da così tanto tempo. E questo lungo periodo di permanenza, forzato o meno che fosse, sulla Terra le ha fatto considerare questo mondo la sua prima, vera casa. Qui ha cercato di costruirsi una vita: come studente, come modella, come parrucchiera… come tante cose. Ma non ce l' ha mai fatta, forse perché l' umanità non è tra le sue caratteristiche? E allora cosa deve fare, tornare su Asgard? La riaccoglierebbero a braccia aperte, oppure no? Sente che è impellente per lei trovare una risposta. Altrimenti la sua missione, tutto quello che lei è e che è stata, si sarà rivelata un fallimento. Un fallimento come forse è sempre stata. Così, a cerimonia terminata, adagia un mazzo di fiori sulla tomba di Paulie e si allontana.

Greenwich Village.

"Mago Supremo, delle persone la attendono".
"Falli pure entrare, Wong" ribatte Rintrah, reduce da una delle più tremende crisi che abbia mai dovuto affrontare.
Nella sala piena di fumi cerimoniali fanno il loro ingresso Dane Whitman e Carol Danvers. "Rintrah" esordisce il Cavaliere Nero "C'è bisogno del tuo aiuto".
"Cosa riguarda?".
"Avalon… e la Lama Nera". E l' eroe riferisce degli ultimi eventi e della strana apparizione della mistica spada.
Al termine Rintrah rimane pensieroso, poi inizia ad agitare le sue mani. "Per capire al meglio la tua situazione effettuerò su di te una sonda mistica. Ti senti pronto?".
"Sì" risponde con sicurezza Dane.
"Per le venerande schiere di Hoggoth, per i sette anelli di Raggadorr, io invoco su di me le forze del bene" intona Rintrah "Che squarcino il velo dell' illusione e ci mostrino la verità".
Vi è un lampo e poi i due, o meglio le loro forme astrali, si ritrovano catapultati in un altro luogo, in un' altra dimensione.
"La riconosco!" esclama subito il Cavaliere Nero "È il mondo dove ha dimora Avalon: ma cosa significa questo?".
"Che la spiegazione del tuo dilemma ha origine qui. Ma… sento una forza che contrasta il mio incantesimo, è molto potente, perdo il controllo…".
Invano giunge da Dane l' esortazione a resistere: lui ed il Mago Supremo vengono catapultati all' indietro. Ma prima l' ex Vendicatore, con la coda dell' occhio, nota una cosa. Una cosa incredibile. Avalon è ancora in piedi! Non è stata dunque distrutta. Deve…
Poi si ritrova nuovamente nel Sanctum Sanctorum del Greenwich Village. Carol gli è subito accanto:"Cosa è successo? Eravate come immobili, ho quasi avuto paura".
"Ci siamo trovati in una brutta situazione" rivela Rintrah "A mio avviso, è stata una fortuna esserbe usciti indenni: Agamotto e i Vistanti siano ringraziati".
"Qualcuno sta cercando di giocare con me" aggiunge il Cavaliere Nero "Ma non gli concederò alcuna tregua da questo momento".

Soho.

Brunhilde passeggia per le strade, insolitamente poco affollate. Non ha una meta precisa: sta solo cercando di allontanare dalla sua mente i pensieri più tristi. Sul fatto che non ha un vero amico. Sul fatto di aver abbandonato la sua patria, Asgard, forse lì addirittura è vista in modo negativo. E l' amore? Ne ha avuto solo uno: Sigfrido, ma da secoli è perduto. Allora alla fine non le è rimasto proprio niente, solo la voglia di combattere? Ma combattere per cosa? Sono secoli che guerreggia ed ancora deve trovare uno scopo nella sua vita: è stata tante cose, ma qual è la sua vera natura? In lei predomina più la componente Valchiria o la componente Brunhilde? La donna o la guerriera? E se non fosse nulla di tutto questo? Se fosse… niente, allora che senso ha continuare a vivere?
È in quel momento che avverte qualcosa… una presenza vicino a lei. Una presenza maligna. Che sta cercando di penetrare nella sua mente. Era quasi riuscita nel suo intento, l' aveva quasi fatta dubitare delle proprie capacità… ma ha evidentemente sottovalutato la voglia di rivalsa di colei che per sempre sarà nota come Brunhilde, la Valchiria delle leggende nordiche.

Clairton,Virginia.

Tutti gli Spettri Neri ancora presenti in questa città sono radunati attorno ad un cerchio mistico e da loro proclamano incantesimi mistici che questo mondo non ascoltava da secoli, forse millenni. Incantesimi per richiamare un loro simile dalla sua eterna prigionia. Lo sforzo è tremendo, le forze degli alieni mutaforma rapidamente scemano: ma nonostante questo vanno avanti, imperterriti, perché il loro desiderio di distruggere Rom è più intenso di ogni fatica.
Ed alla fine prevale: in mezzo al cerchio improvvisamente appare una luce accecante, che poco dopo assume consistenza. Quella di… un bambino!
Tutti gli Spettri Neri sono prostrati a terra, solo Klez rimane cocciutamente in piedi. "Bentornato. Bentornato tra noi, nostro migliore guerriero".
"Sei stato tu che mi hai richiamato dal limbo in cui ero stato confinato?" chiede il bambino che bambino non è.
"Sì. Ti ho riportato sul piano terrestre perché tu possa annientare il nostro più odiato nemico: Rom!".
"Dunque sei tu il capo?".
"Esatto, io…".
Improvvisamente il bambino cambia forma, assume un aspetto mostruoso, abbranca Klez e lo sbatte violentemente contro un muro. L' impatto è letale e pochi istanti dopo dell' alieno mutaforma rimane solo la polvere.
"Non lo sei più. Ora lo sono io".
Nel frattempo gli altri Spettri Neri si riprendono ed osservano con rispetto e timore il loro nuovo leader.
"Sì, Rom" dice costui "Ho più di un conto in sospeso con lui. Ditemi subito dove posso trovarlo!".

Hell's Kitchen.

"Vediamo ora di affinare un altro dei tuoi sensi" dice Stick "L' olfatto. Può rivelarsi fondamentale in battaglia, da esso puoi intuire molte cose, come ad esempio il luogo dove si è svolta una recente sparatoria".
"Intende fare come con l' udito?".
"No, stavolta non sarà niente di così drastico. Semplicemente… scendiamo in strada".
Seppur perplesso, Nottolone segue il suo sensei giù per le scale dell' edificio diroccato sul cui tetto prima si trovavano. Stick le scende con maestria, Kyle invece con inevitabile impaccio. Giungono infine in basso, una strada di fronte a loro dove passano decine di macchine. L' odore di smog e dei fumi rilasciati dai veicoli è penetrante e riempie le narici di Nottolone, che prova un impulso irresistibile di tapparsi il naso.
"So cosa stai pensando" dice in quel momento Stick "Non farlo e concentrati. Voglio che mi guidi in una panetteria".
"Cosa?" esclama Kyle "Ma non può…".
"Io sento dov'è. E mi aspetto che lo faccia anche tu: come ti ho ripetutamente detto, devi solo… concentrarti, escludere da te tutti gli altri odori che non ti interessano. E poi dovrai solo seguire il percorso prestabilito".
Nottolone decide di prestare ascolto alle parole di Stick. Dunque inizia in primo luogo a tendere l' udito, per vedere se alcuni casuali discorsi possano dargli una prima indicazione. Sente infine accennare a qualcosa di fragrante: direzione nord-est. Si volta da quella parte e fa quanto il suo sensei gli ha richiesto: si concentra. Lo smog scompare, i gas di scarico delle auto scompaiono… sembra quasi avercela fatta, poi sente come di star perdendo la strada.
"Concentrati!" lo esorta Stick, colpendolo col suo bastone ad una spalla. Dei passanti osservano incuriositi la scena, poi passano avanti.
Kyle Richmond ritrova il filo, ecco, ora lo sente: un odore penetrante di… pane appena sfornato! Duecento metri più avanti. Dunque prende Stick per un braccio. "Andiamo pure".
"Molto bene" dice lui "Ma puoi anche lasciarmi, non sono un invalido".

Soho.

Brunhilde sale freneticamente su un tetto: sente la sua testa pulsare, la presenza è sempre più forte, ma non le lascerà prendere il controllo. Dunque arriva in cima e guarda il cielo: poi la nota, una sorta di aura bianca, che ruota attorno a lei.
"È inutile che continui a girarmi attorno… Yandroth" dice la Valchiria "Stavolta non riuscirai ad entrare nel mio corpo".
L' aura bianca si ferma ed in mezzo ad essa appare una sorta di volto umano. "No, non è possibile! Ero sicuro che avresti ceduto!".
"Ci sei andato molto vicino: hai fatto leva sul mio senso di disperazione in seguito alla morte di Paulie, ma non hai tenuto conto della mia rabbia guerriera. Ti devo comunque ringraziare: mi hai fatto capire che il mio posto è qui sulla Terra, che qui ho degli amici veri su cui poter fare affidamento. Ed è grazie a questa mia certezza che so di poterti respingere, di poter annullare la tua nefasta influenza. Non ce la farai mai con me stavolta, vattene!".
L' ultimo ordine è stato imperioso.
"Tu saresti stata l' ospite perfetta" commenta Yandroth. La Valchiria non risponde e poco dopo l' aura bianca si allontana, in alto nel cielo.
"Molto bene. Ed ora devo solo risolvere un' ultima faccenda" pensa Brunhilde.

Abitazione di Patsy Walker.

La donna sta mettendo giù alcuni schizzi per una nuova linea di abiti: alcuni suoi modelli sono stati molto apprezzati… ed anche ben pagati, il che non fa male. È così immersa in questa attività che non nota l' avvicinarsi alla finestra del suo ex marito Buzz Baxter. I vetri vengono infranti e Patsy finalmente si volta, vedendo il furioso attacco di Mad Dog. Non fa in tempo a tramutarsi in Hellcat, con una manata il criminale la mette ko. Poi la contempla per svariati secondi, ammira la bellezza che gli è stata a lungo negata: un impulso animale attraversa la sua mente e gli fa strappare la camicetta di Patsy. Vuole graffiarla, farle provare dolore lungo tutto il corpo, magari conservare una parte importante di lei come trofeo. Ma prima che possa continuare sente delle sirene avvicinarsi: qualche vicino deve averlo notato e aver chiamato la polizia.
"Vai via subito da lì, Mad Dog" lo esorta Shiver, in collegamento telepatico "Non compromettiamo il nostro lavoro proprio all' ultimo momento. Inoltre… la tua ex moglie sta per intraprendere un lungo, lunghissimo viaggio".
Robert Baxter dunque si carica sulle spalle Patsy ed esce dalla finestra che ha infranto, a gran velocità.

Lucifer Falls, Virginia.

Senza farsi notare da sua madre o dai suoi concittadini, Steve Sanderson indossa il suo costume di Torpedo ed a gran velocità sfreccia nel cielo, fino a raggiungere il confine di Clairton, dove ad aspettarlo vi sono Rom e Brandy Clark.
"Sono pronto" dice loro.
"Bene" risponde il Cavaliere Spaziale già in armatura "Ora ci recheremo a quel granaio indicatoci da Sasser e, con fortuna ed abilità, riusciremo ad estirpare per la seconda volta il cancro che ha nome Spettri Neri".
"E a vendicare mio padre" precisa Torpedo.
"Ma non dimenticate quegli altri alieni di cui ci ha parlato" aggiunge Brandy.
"Esatto: una razza capace di soggiogare gli Spettri Neri è sicuramente temibile" dice Rom "Ed ora andiamo".

Asgard.

La mitologica dimora degli dei nordici, teatro in queste settimane di numerosi, insoliti conflitti. L' unica via d' accesso per questa città è costituita da Bifrost, il Ponte Arcobaleno: e a guardia di esso vi è l' onnipresente Heimdall. Nulla sfugge alla sua vista od al suo udito, nessuno giunge da queste parti senza ampio preavviso.
Ed è per questo che il guardiano del Pont avverte con largo anticipo l' avvicinarsi di una vecchia conoscenza, una persona che credeva non sarebbe più tornata da queste parti. Quantomeno non tanto presto. Eccola, a bordo del suo destriero Aragorn, Brunhilde la Valchiria.
La guerriera si ferma davanti a Heimdall, librata in aria grazie al suo cavallo. Per qualche attimo osserva le guglie dorate di Asgard, poi si rivolge a colui che ha davanti. "Ti porto i miei saluti, vigile Heimdall".
"Ed io do il mio bentornata a te, Brunhilde. Questo significa dunque che intendi tornare nella tua patria?".
"Tutto il contrario, invece. Il tempo passato sulla Terra mi ha fatto capire che è quella la mia nuova patria e ad essa dedicherò tutto i miei sforzi: è un mio sacro dovere. Dunque porta questo messaggio al nostro sovrano, Odino, il Padre di tutti".
"È proprio vero che manchi da tempo da queste parti" ribatte Heimdall "Ora è Thor il nostro sovrano".
"Thor? Non me lo sarei mai aspettato. In ogni caso confido in te perché questo mio messaggio giunga a chi di dovere".
La Valchiria fa per voltare il suo destriero, ma Heimdall la richiama. "Aspetta! In questo momento c'è in atto una grave crisi qui ad Asgard".
"Come sempre, del resto" ribatte serafica Brunhilde.
"Questa sembra essere più grave di ogni altra".
"Cosa intendi dire? Avvisaglie del… Ragnarok?".
"Nessuno può dirlo al momento. Quello che è certo è che ben presto servirà l' aiuto di tutti i più valorosi guerrieri del regno dorato: ci saranno molti caduti, ma potrebbe rivelarsi una tragedia se anche uno solo ci voltasse le spalle. Io non intendo contestare la tua decisione, Brunhilde: se vuoi rimanere per sempre sulla Terra… ebbene, fallo. Ti chiedo solo di dedicarti per un' ultima volta alla tua patria natia, al suo bene ed alla sua salvezza: che sia questa per te l' ultima battaglia, poi sarai libera di decidere il tuo destino".
La Valchiria osserva con curiosità e rispetto gli occhi intensi di Heimdall: c'è passione, c'è calore. C'è affetto. E così dà l' unica risposta possibile:"D' accordo, mio compagno. Porterò ancora avanti per alcuni giorni l' onore e la gloria di Asgard: ma devo essere informata di tutti i particolari concernenti questa crisi cui hai accennato. Portami subito da Odino e Thor".

Washington.

Il senatore Stivak entra nella sua camera privata e vi trova uno dei suoi più fedeli attendenti, che poco dopo assume la sua vera forma: quella di uno Spettro Nero!
"I Rocketeers sono pronti a partire" dichiara l' alieno.
"Molto bene" annuisce Stivak "Il loro obiettivo è chiaro: uccidere Rom, devono stare attenti in particolar modo al suo Neutralizzatore. Ma in secondo luogo devono anche occuparsi di Torpedo: non mi importa chi sia, devono recuperare la sua armatura, a qualunque costo. Quasi certamente appartiene alla nostra razza".
"Sarà fatto".
E così poco dopo viene dato un preciso ordine: e da qualche parte in Virginia iniziano a sfrecciare delle figure dall' aspetto truce.

In un vuoto infinito.

Di nuovo precipita nell' oblio, di nuovo vede tutti i suoi amici massacrati, di nuovo vede riemergere dietro di sé la Fenice, l' entità creatrice e distruttrice. E forse anche qualcos'altro. Perché stavolta sente che c'è qualcosa di diverso, avverte l' illusione in cui è vissuta sino a questo momento. Da quanto è così? Se ne preoccuperà dopo.
Ed in quel preciso istante, Rachel Summers riapre i suoi occhi.

FINE

PROSSIMAMENTE

Inizia l' attacco finale

Note dell' Autore: Questo era l' ultimo racconto che fungeva da prologo alla prossima saga che ci porterà dritti al nr. 50. Saga significativa in quanto sarà la conclusiva di questo lungo ciclo di Difensori. Ebbene sì, questa serie giungerà al termine, ma sarà un finale col botto.
Ultimo appunto: la trama della crisi su Asgard verrà risolta tra svariati decenni sulle pagine di Thor, se l' autore della serie rispetta i suoi soliti tempi.